Orgosolo è un comune di circa 4.300 abitanti della provincia di Nuoro, nella regione della Barbagia di Ollolai, in Sardegna, un vero e proprio paese museo, famoso per le antiche usanze e per lo straordinario ambiente naturale che lo circonda.
Conosciuto come il paese dei murales, è uno dei comuni più estesi della Sardegna interna.
Il suo territorio è caratterizzato dall’aspro e selvaggio altopiano del “Supramonte”, 50 chilometri quadrati di natura incontaminata con la foresta primigenia di lecci fra le più grandi d’Europa: Sas Baddes.
A valle del paese si estendono invece le alte colline di Sorasi e l’assolato pianoro di Locoe, terreni da sempre vocati all’ agricoltura, in prevalenza vite e olivo. Da questi due areali, terre di natura granitica, provengono le uve per la produzione dei vini.
Orgosolo è anche il paese dei murales. Il primo murale nasce quasi per caso e rappresenta una “squilibrata bilancia della giustizia”. Realizzato per mano di un gruppo di anarchici milanesi “Gruppo Dioniso” che erano riparati in Sardegna negli anni della contestazione studentesca (1968).
È tuttavia nei primi anni ’70 che nasce in modo “organico” il fenomeno del muralismo per iniziativa di un giovane insegnante senese, Francesco Del Casino, trapiantato a Orgosolo, dove aveva accettato la cattedra di docente di educazione artistica nella locale scuola media. Il lavoro di Del casino, assecondato dai suoi alunni e imitato da altri artisti, trasforma le grigia mura delle case di Orgosolo in colorate raffigurazioni: i temi sono diversissimi dagli argomenti di denuncia sociale, alle questioni politiche, culturali , ambientali, ecc, una specie di “giornale murale” a cui gli orgolesi restano attaccattissimi e che viene visitato da migliaia di turisti ogni anno.
Altra peculiarità di questo centro è la produzione della seta, probabilmente una delle espressioni più alte dell’artigianato Orgolese.
L’attività dell’ allevamento del baco e della tessitura, finalizzata principalmente a realizzare “Su Lionzu” il copricapo del caratteristico costume femminile orgolese, un tempo comune a molte donne, è oggi appannaggio solo di qualche famiglia.
La stessa seta, figlia di una tradizione pluricentenaria al pari della coltivazione del Cannonau, viene utilizzata per legare ed impreziosire l’etichetta di alcuni vini della cantina.